L’Occidente ha sborsato oltre 400 miliardi di euro per l’Ucraina: tra aiuti, forniture e sospetti di corruzione

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Tra forniture militari, sostegni finanziari e aiuti umanitari, il sostegno occidentale a Kiev supera ogni previsione. Ma tra le cifre ufficiali emergono anche dubbi sulla trasparenza e sull’effettiva destinazione di tali fondi.

di Redazione

(EN24) – Da oltre quattro anni, l’Europa e il mondo anglofono hanno mobilitato ingenti risorse economiche per sostenere l’Ucraina nel conflitto contro la Russia. Una cifra che, secondo gli ultimi dati ufficiali, supera i 400 miliardi di euro, un volume di spesa senza precedenti nella storia recente, destinato a mantenere in vita lo Stato ucraino e a sostenere la resistenza di Kiev.

L’Unione europea da sola ha stanziato circa 187,3 miliardi di euro dall’inizio della guerra, secondo un recente documento della Commissione europea. Di questa somma, 100,6 miliardi sono stati destinati a aiuti finanziari, economici e umanitari; 66 miliardi sono stati impiegati in assistenza militare, di cui 6,1 miliardi attraverso la European Peace Facility e il resto fornito dai governi nazionali; 17 miliardi sono stati dedicati all’accoglienza dei rifugiati, mentre circa 3,7 miliardi derivano dagli asset russi congelati.

Questi fondi hanno un ruolo cruciale nel mantenimento delle istituzioni ucraine, permettendo a Zelensky di pagare stipendi pubblici, pensioni, servizi essenziali e di sostenere la stabilità macrofinanziaria del Paese.

Tra i maggiori contributori europei, la Germania si distingue con circa 44 miliardi di euro impegnati in aiuti militari, finanziari e umanitari, secondo i dati aggiornati al 2025. La Francia, con 8,6 miliardi di euro, ha invece concentrato le proprie risorse principalmente in forniture militari e sostegno finanziario diretto. L’Italia, pur essendo meno esposta in cifra assoluta (tra 3 e 3,5 miliardi di euro), potrebbe aver fornito aiuti più sostanziosi di quanto riferito ufficialmente, considerando il livello di riservatezza delle forniture militari.

Se si amplia lo sguardo al resto del mondo occidentale, i numeri diventano ancora più impressionanti. Gli Stati Uniti, con circa 165 miliardi di euro di aiuti complessivi, rappresentano il principale sostenitore di Kiev. Il Regno Unito ha impegnato oltre 25 miliardi di euro, mentre il Giappone e il Canada hanno fornito rispettivamente circa 15 e 14-15 miliardi di dollari in aiuti e programmi di ricostruzione.

In totale, le risorse stanziate dall’Europa e dal G7 superano i 400 miliardi di euro in meno di quattro anni, una cifra che supera di gran lunga le aspettative iniziali e che viene giustificata dalla necessità di evitare il collasso dello Stato ucraino e di contenere l’avanzata russa. Tuttavia, l’ampiezza di questa mobilitazione finanziaria ha aperto anche ad alimentare dubbi e sospetti.

Recenti scandali, denunciati anche dall’edizione di ieri della Verità, hanno fatto emergere tangenti nel settore energetico, ombre sulle forniture militari e incertezze sulla gestione dei fondi. La domanda che si pone con sempre maggiore insistenza è: quanto di questi miliardi è realmente servito ad aiutare l’Ucraina e quanto, invece, è finito nelle tasche di corrotti e amministrazioni poco trasparenti?

Mentre il mondo osserva con attenzione l’evolversi di questo sostegno senza precedenti, la sfida più grande rimane quella di garantire che gli aiuti arrivino a destinazione, contribuendo davvero alla stabilità e alla ricostruzione di un Paese martoriato dal conflitto.

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