Manovra, Bonelli: “Miliardi a lobby e ponte Stretto, ma tagli a sanità, pensioni e trasporto pubblico”

Bonelli attacca lil governo sula manovra e accusa il Governo di “favorire continuamente i poteri forti del Paese a scapito di famiglie e imprese”

ROMA – “La Legge di Bilancio del Governo Meloni approvata ieri è iniqua e ingiusta, con un chiaro orientamento verso gli interessi dei poteri forti e spese in settori che nulla hanno a che vedere col momento in cui il paese si confronta con sfide sociali e ambientali di vasta portata”: così in una nota il deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Che prosegue: “Ad esempio, la decisione di destinare 8,8 miliardi di euro al caccia bombardiere Tempest e 12 miliardi di euro al ponte sullo Stretto di Messina è folle rispetto alle urgenti necessità sociali ed economiche attuali. Cosí come l’agevolazione fiscale di 450 milioni di euro e il condono di 8,3 miliardi di euro sugli extraprofitti accumulati dalle società energetiche, dimostrano ancora una volta l’intenzione di questo Governo di favorire continuamente i poteri forti del Paese a scapito di famiglie e imprese”.

Bonelli cita anche “i tagli drastici a settori vitali per la coesione sociale e il benessere dei cittadini, come le riduzioni nelle pensioni minacciano di colpire ulteriormente gli anziani, già vulnerabili con i tagli previsti a settori come il trasporto pubblico e la sanità pubblica, infrastrutture essenziali per garantire l’equità e l’accessibilità dei servizi. Che subiscono colpi che rischiano di lasciare indietro i più bisognosi”.

“Il mancato rinnovo dei fondi per la Fondazione Ebri Rita di Levi-Montalcini, che la costringeranno alla chiusura, e i tagli ai fondi per la ricerca rappresentano un attacco al progresso scientifico e tecnologico del paese, mettendo a rischio il futuro dell’innovazione e della competitività italiana. Come anche il taglio di 400 milioni di euro ai fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico e il sostegno ai disabili, sono vittime di una politica che ignora i pericoli del cambiamento climatico e le esigenze delle categorie più deboli. Queste scelte delineano una visione che trascura completamente la necessità di un equilibrio tra crescita e giustizia sociale, evidenziando una pericolosa propensione a favorire gli interessi di pochi a scapito dei molti”, conclude.

 

fonte: Agenzia DIRE www.dire.it

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