Massafra (TA) – Operazione antifalsificazione in Puglia: criptovalute e monete false, indagate 4 persone

scheletro parco roma pigneto © Flavio Lo Scalzo / Agf - Carabinieri

L’intricata rete criminale smantellata dal Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, coinvolge criptovalute e distribuzione online

di Redazione

Un’ampia operazione condotta in Puglia ha portato all’indagine di quattro persone accusate di falsificazione di monete e riciclaggio di proventi illeciti. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto ha coordinato l’azione investigativa finalizzata a contrastare la produzione e la distribuzione di monete false, nonché al riciclaggio di fondi illeciti.

I militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, con il supporto del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto. La misura riguarda quattro degli indagati, ritenuti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla fabbricazione e distribuzione di monete false e riciclaggio con l’uso di criptovalute (artt. 416, 453 e 648-bìs C.P.).

La complessa indagine è partita dal sequestro di 668 monete da 2 euro false, avvenuto il 10 aprile 2021 a Montegiorgio (FM). Le analisi tecniche eseguite dal Coin National Analysis Centre (C.N.A.C) della Zecca dello Stato hanno rivelato una nuova classe di contraffazione originata in Italia, caratterizzata da diverse facce nazionali e qualità elevata, rendendo le monete difficilmente distinguibili da quelle autentiche.

L’indagine ha rivelato una filiera distributiva gestita da un vendor con il nome “@Clymmay” su un canale Telegram dedicato alla vendita di monete false. Gli acquirenti, dopo aver pagato in Bitcoin il 50% del valore nominale, ricevevano i pacchi postali spediti da vettori privati operanti a Massafra (TA).

Il gruppo criminale, radicato nella provincia ionica, gestiva una zecca clandestina all’interno di un fondo commerciale nel centro cittadino. Le indagini hanno portato alla ricostruzione dell’intera filiera di approvvigionamento dei materiali metallici, coinvolgendo ditte metallurgiche nelle aree di Arezzo, Brugherio (MB), e Modena.

L’uso delle criptovalute, in particolare Bitcoin, è emerso come elemento chiave nell’anonimizzazione delle transazioni. L’analisi dei wallet Bitcoin e il monitoraggio di vari canali Telegram e altri social network hanno portato all’identificazione dell’escrow @Saulgoodmanreal, un intermediario tra venditore e acquirente.

L’operazione ha permesso la confisca preventiva di criptovalute riconducibili al profitto del reato di riciclaggio, fino all’importo di bitcoin 2,19588495 (corrispondente a circa 74.819,29 euro). L’indagine si distingue per l’uso innovativo delle tecniche investigative nel disvelare un sofisticato sistema di riciclaggio di denaro nel mercato parallelo online.

 

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