Montecitorio. Utero in affitto come «reato universale», primo sì in Commissione

Il ddl considera la pratica reato anche se commesso all’estero, solo da cittadini italiani. Opposizione vota no. Il 19 giungo si va in Aula. Roccella: «Governo contro il commercio della genitorialità

di Alessia Guerrieri

Il 19 giugno il testo sarà in Aula a Montecitorio. Ma il primo sì sulla maternità surrogata come reato universale in commissione Giustizia arriva con i soli voti della maggioranza. La battaglia di Fratelli d’Italia e della Lega contro la Gestazione per altri (che è già vietata in Italia, ma il cui divieto il centrodestra vuole estendere e inasprire, rendendo reato anche se commesso all’estero) arriva all’approdo finale. Ieri si è concluso il voto degli emendamenti, in particolare a fare notizia è proprio l’approvazione di una proposta di modifica della maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni, che prevede la punibilità dei soli cittadini italiani. Per il via libera ufficiale, con il mandato al relatore dopo il parere delle altre commissioni, si dovrà però attendere la prossima settimana. Tuttavia la soddisfazione della deputata meloniana, Carolina Varchi, è evidente: «Ce la stiamo facendo, l’utero in affitto sarà reato universale». Grazie al testo riformulato, spiega, «estendiamo la punibilità a tutte le condotto commesse all’estero e questo disincentiverà il ricorso a questa pratica, con ciò fermando il turismo procreativo e più in generale quel mercato che si è formato, di cui la recente fiera a Milano è testimonianza».

Ma il suo ottimismo si scontra con un percorso in Aula che si annuncia tutt’altro che lineare. Anche se la posizione del governo è inequivocabile. A ribadirla, ieri, durante il question time alla Camera la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. «La posizione del governo in merito, in conformità alle massime giurisdizioni dello Stato, è chiara e di assoluta condanna di ogni forma di surrogazione di maternità», ribadisce, considerata una «forma di commercializzazione della genitorialità, lesiva della dignità della donna e dei diritti dei bambini». Inoltre la ministra, proprio riferendosi alla fiera che si è svolta a Milano il 20 e 21 maggio, Wish for a baby, aggiunge che «non c’è stata nessuna forma di finanziamento pubblico all’iniziativa, né da parte del governo nazionale né da parte delle amministrazioni territoriali».

Gli occhi certo sono tutti puntati al 19 giugno, anche perché sull’utero in affitto le posizioni sono davvero diverse anche dentro lo stesso partito. Mentre per la maggioranza il voto della commissione è «un primo passo per una norma di civiltà», come la definisce la presidente dei senatori Licia Ronzulli, l’opposizione va all’attacco. Per i deputati M5s in commissione – Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso e Carla Giuliano – sono state bocciate tutte le proposte pensate «nell’interesse dei bambini», perché in Italia si ha «una maggioranza irresponsabile che pur di seguire il suo furore ideologico calpesta i diritti delle persone e la responsabilità istituzionale». Anche il Pd ha votato sempre contro, tranne che per due emendamenti con cui in sostanza i dem si sono allineati al centrodestra, ad eccezione di Alessandro Zan e Rachele Scarpa (su una posizione vicina a Elly Schlein) che si sono astenuti. I due emendamenti a firma di Riccardo Magi (+Europa) miravano a depenalizzare la Gpa, eliminando la pena del carcere e prevedendo un’ammenda ridotta che oscillava da 5mila a 50mila euro. Perciò il segretario di +Europa considera il testo passato in commissione come un «provvedimento che dovrebbe far rabbrividire i liberali e i garantisti. Una proposta da Stato di politica etico».

Molti dem, dal canto loro, continuano a chiedere alla segretaria Schlein – come fa la senatrice Valeria Valente – di aprire un dibattito interno al Nazareno. Pur dicendosi contraria alla Gpa e favorevole a che questa pratica «brutale» resti un reato, è allo stesso tempo contraria al ddl Varchi. «È una bandierina ideologica della destra», dice. La priorità della destra, le fa eco via Twitter Alessandro Zan, deputato e responsabile diritti della segretaria nazionale del Pd, « è limitare i diritti. Ora la loro urgenza è attaccare le famiglie arcobaleno e i loro figli: la corsa forsennata in commissione giustizia per una legge folle lo dimostra. Continueremo ad opporci». Visto che la destra, dicono i deputati dem Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, «nega i diritti dei bambini».

L’iter del ddl dentro il Parlamento va di pari passo fuori al documento dell’appello della Rete no Gpa, ad oggi «sottoscritto da 600 persone» fa il punto il coordinatore Aurelio Mancuso, appartenenti sia alla società civile che alla politica. Tra loro anche la portavoce di Azione, la senatrice Mariastella Gelmini, che condivide «l’appello sottoscritto già da Emma Fattorini, vicepresidente di Azione» e da diverse associazioni. Per cui dice che voterà a favore del reato universale, visto che la maternità surrogata è «una pratica degradante per le donne e per il nascituro». Una posizione condivisa anche dalla compagna di partito Mara Carfagna.

Il primo sì al reato universale «va nella giusta direzione, secondo il vescovo di Ventimiglia-Sanremo monsignor Antonio Suetta, perché «la maternità surrogata è una pratica disumana». Soddisfatti anche ProVita e il network associativo Ditelo sui tetti, per cui con il ddl «si copre finalmente una pericolosa falla dell’ordinamento».

 

FONTE: Avvenire

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