Ora solare, tornano le giornate più corte: ecco i pro e i contro

A livello europeo, i 27 sono stati lasciati liberi di scegliere e l’Italia ha deciso di mantenere l’alternanza con l’ora legale, così come la Spagna, mentre altri Paesi europei hanno scelto diversamente

Oramai ci siamo. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, quando saranno le tre di notte, occorrerà spostare indietro le lancette di un’ora (alle due) perché torna l’ora solare. C’è chi chiede di rendere permanente quella legale. Se si sfrutta un’ora di luce in più, è la tesi, si può risparmiare energia, e quindi le bollette possono essere meno asfissianti. Il dibattito è aperto. A livello europeo, i 27 sono stati lasciati liberi di scegliere e l’Italia ha deciso di mantenere questa alternanza, così come la Spagna, mentre altri Paesi europei hanno scelto diversamente.

Altroconsumo: negli ultimi 7 mesi con l’ora legale risparmiati oltre 190 milioni di euro

Nel fine settimana finirà dunque la cosiddetta “ora legale”, quella introdotta nel 1966 che permette di sfruttare, nei mesi estivi e primaverili, le giornate più lunghe, e viene ripristinata l’ora “naturale” detta appunto solare. In pratica se da una parte si guadagna un’ora di sonno la notte tra sabato e domenica, dall’altra le giornate saranno più corte fino al prossimo 25 marzo. L’associazione dei consumatori Altroconsumo spiega che in anni con consumi standard e prezzi alle stelle, come quello attuale, misure come l’ora legale sono fondamentali per promuovere il risparmio energetico. Secondo le stime che Terna aveva fatto sui consumi nei 7 mesi in cui è stata in vigore l’ora legale (ovvero dal 27 marzo al 30 ottobre), l’Italia ha risparmiato circa 190 milioni di euro. Questo soprattutto grazie a un minor consumo di energia elettrica di circa 420 milioni di chilowattora. Si tratta di un risparmio che equivale al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. Se si considera il minor consumo di energia dovuto all’ora legale, dal 2004 al 2021 l’Italia ha risparmiato complessivamente circa 10,5 miliardi di kilowattora: in termini economici, è un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.

C’è poi un altro elemento da prendere in considerazione, rileva ancora Altroconsumo: a un minor consumo di energia corrisponde anche un minor impatto ambientale in termini di CO2: l’ora legale dovrebbe portare quindi anche una riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

A questo punto, la domanda: converrebbe adottare l’ora legale tutto l’anno? Secondo Altroconsumo, l’unica che può rispondere a questa domanda è il gestore della rete elettrica Terna: bisogna calcolare bene se e quanto effettivamente si risparmierebbe con le lancette avanti di un’ora anche nei mesi in cui le giornate sono più corte.

Conflavoro PMI: con ora legale risparmio di 2,7 miliardi per imprese e famiglie

Secondo un’indagine del Centro Studi di Conflavoro Pmi, mantenere l’ora legale farebbe risparmiare fino a 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità. Si tratta di una stima basata sull’ultimo fabbisogno energetico certo (dati Terna al 2021) pari a 318,1 miliardi di KWh rinnovabili comprese (i primi 8 mesi del 2022 hanno già registrato una media di fabbisogno mensile di 25,9 miliardi di KWh) calcolati sul prezzo oggi nel mercato tutelato da Arera, ossia 0,51 euro/KWh calcolato al momento per il mese di ottobre 2022. Un esempio pratico: a Roma, quando l’ora solare è in vigore, il 21 dicembre (il giorno più corto dell’anno) il sole tramonta alle 16.42. Con quella legale diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma è facile intuire – sottolinea il report – come si ritarderebbe l’uso della luce artificiale in un momento in cui la gran parte delle attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento – generando così un risparmio in termini di consumi e, conseguentemente economici.

 

Fonte: Il Sole24Ore

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