Ospedale Moscati di Taranto, Grazia Lillo (FdI): «disagi e disorganizzazione per i malati in terapia»

La dottoressa Grazia Lillo, Responsabile provinciale del Dipartimento Tutela delle vittime di Fratelli d’Italia Taranto, porta l’attenzione su una nuova, drammatica testimonianza che evidenzia un’emergenza di rispetto e organizzazione.

di Redazione

Taranto – L’Ospedale Moscati torna al centro delle polemiche a causa dei disservizi che si sommano quotidianamente al calvario di pazienti e familiari. Diverse le segnalazioni giunte alla dottoressa Lillo, che ha deciso di rendere pubblica una testimonianza ritenuta particolarmente significativa.

Ci battiamo ogni giorno per tutelare chi ha subito una violenza fisica, economica e sociale“, dichiara la dottoressa Lillo. “Non possiamo tollerare che un luogo di cura si trasformi in una fonte di ulteriore stress e frustrazione per i cittadini. La misura è colma, ed è per questo che intendo riportare fedelmente ciò che mi è stato segnalato oggi da una cittadina, anche con documentazione fotografica a supporto.”

La denuncia della dottoressa Lillo

Una donna mi ha comunicato che questa mattina, mentre accompagnava in auto la madre per la terapia, si è scontrata ancora una volta con la totale disorganizzazione. Mi ha riferito che sua madre si reggeva a malapena in piedi e ha sottolineato che ogni volta è una tragedia accompagnare i malati qui, perché non c’è un punto dove scaricarli e lasciarli in sicurezza. Mi ha raccontato di aver dovuto lasciare la madre diversi metri prima dell’ingresso, con la paura che cadesse, dato che gli operatori di turno inveivano verso di loro, dicendo di togliersi con l’auto da lì, e non le hanno dato nemmeno il tempo di aprire la portiera.

La situazione è degenerata in un dramma logistico e umano. Nel piazzale, che si trasforma in un labirinto di ambulanze e veicoli, le manovre diventano impossibili. Dopo essere stata bloccata tra un’ambulanza e un operatore, la donna è stata costretta a fare una manovra d’emergenza, ma un altro addetto si è scagliato contro di lei con urla. A quel punto, mi ha detto la cittadina: ‘Si devono mettere d’accordo, perché a noi i medici dicono di portare i nostri malati che non deambulano da un particolare ingresso. Devono essere più rispettosi di chi vive un dramma e non ha nessun aiuto.’

Il racconto di questa cittadina fa eco a tutte le segnalazioni che ricevo quotidianamente. Non è solo un disagio, ma una vera e propria ‘violenza sociale’. Mi ha detto che sono stanchi di questa situazione, dove devono subire le urla ingiustificate di chiunque si senta in diritto di farlo. Per questo, a nome suo e di tutti coloro che vivono questo calvario, chiedo che si preveda un’area riservata dove lasciare i malati e dove potersi fermare per pochi minuti, con rispetto, per accompagnarli fino al piano, come dovrebbe essere normalmente. Ci aspettiamo che la Direzione Sanitaria prenda provvedimenti immediati, per restituire dignità ai pazienti e alle loro famiglie, garantendo che un semplice accesso all’ospedale non si trasformi in un’ulteriore fonte di sofferenza.

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