Sapienza, scontri e manganellate della polizia dopo il «no» al boicottaggio di Israele. Pugni a un agente, 2 arresti. La ministra Bernini: «Atti vergognosi»

Tensioni tra universitari e poliziotti, tre fermati. Corteo fino al commissariato. I collettivi: alcuni compagni feriti. La ministra: solidarietà alla rettrice Polimeni

di Redazione Roma e Rinaldo Frignani

Il commissariato San Lorenzo assediato da un migliaio di manifestanti che chiedono la liberazione immediata di uno dei tre fermati (alla fine della giornata ci saranno invece due arresti) per i tafferugli in viale Regina Elena, fuori dall’università La Sapienza di Roma, dopo la protesta contro la rettrice Antonella Polimeni dei collettivi studenteschi che chiedono lo stop degli accordi accademici con Israele. Un cordone di agenti si è frapposto fra i ragazzi e l’ingresso dell’ufficio di polizia in piazzale del Verano. Poco prima c’era stato un tafferuglio anche in via Cesare De Lollis, dove erano stati fermati i tre manifestanti.  Durante le proteste gli studenti hanno danneggiato un’auto della polizia e due della vigilanza privata. Il dirigente del Commissariato è stato aggredito a pugni da studenti non ancora identificati.

Tensione fuori dall’università

Ancora proteste quindi contro Israele e la Nato all’università La Sapienza a Roma dopo momenti di grande tensione seguiti a degli scontri legati alla decisione del Senato accademico di negare il boicottaggio contro Israele.  A metà pomeriggio la tensione è esplosa. «Durante il corteo hanno fermato due compagni, vogliamo raggiungere la questura ma la polizia ci impedisce di passare e carica gli studenti», hanno scritto sui social i collettivi della Sapienza a seguito della decisione del Senato Accademico. «Il Senato delibera condannando il massacro e chiedendo il cessate il fuoco, ma è solo una dichiarazione per pulirsi la coscienza. Neanche una parola sugli accordi. Nessuna intenzione concreta di interrompere la complicità con il genocidio. La risposta del Senato alle nostre richieste è vergognosa. E sono vergognose le cariche della polizia. Ancora una volta la nostra università si rifiuta di ascoltare gli studenti e le istituzioni rispondo alle nostre proteste con violenza e repressione. Ma non sarà questo a fermarci», concludono gli studenti che postano un video di pochi secondi in cui si vedono spinte e tensioni con le forze dell’Ordine.

La replica della ministra Bernini: «Vicina alla Rettrice»

«Esprimo la mia vicinanza alla rettrice, Antonella Polimeni. Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso – la replica della ministra dell’Università Anna Maria Bernini -. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contento internazionale. La ricerca non si boicotta».

La protesta in mattinata

Martina Bovi e Letizia Lampis, attiviste del movimento studentesco Cambiare Rotta, si erano incatenate in mattinata  al totem davanti all’ingresso del rettorato «per chiedere lo stop degli accordi» dell’ateneo con Israele e le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni dalla fondazione Med Or.  .Letizia Lampis, 21 anni, ha anche preso parte alla contestazione nel marzo scorso da parte di alcuni universitari dello stesso movimento che ha preso posizione pro Gaza al giornalista David Parenzo a un incontro organizzato sempre alla Sapienza da Azione Universitaria, associazione studentesca di destra. Martina Bovi, che martedì è intervenuta spiegando le ragioni della protesta, e Letizia Lampis sono state identificate dalla Digos e la loro posizione è al vaglio della Questura: si valuta la denuncia per manifestazione non autorizzata.

Il corteo non autorizzato

E un corteo non annunciato ha preso il via al grido di «Fuori la guerra
dall’università» 
nel primo pomeriggio, durante la riunione del Senato accademico. Gli studenti si sono riuniti al pratone della Sapienza e hanno iniziato a camminare lungo i viali dell’ateneo sotto lo sguardo attento della polizia, esponendo bandiere e cartelloni. In uno c’erano la premier Giorgia Meloni e Netanyahu che si stringevano le mani insanguinate.

Presidio durante il Senato accademico

Da due giorni le ragazze e i ragazzi dei collettivi sono accampati con le tende proprio all’interno dell’ateneo. «Chiediamo l’applicazione di sanzioni verso Israele: bloccare ogni collaborazione con il Technion di Haifa, le università israeliane, e il bando Maeci; la rottura di ogni accordo di ricerca e/o didattico con l’industria bellica (Leonardo Spa, Thales Alenia e altri) e con le forze armate (con l’Esercito, con l’Aereonautica, con la Marina – come la prossima esercitazione Mare aperto 2024 – e con la Nato); le dimissioni della rettrice dal comitato tecnico scientifico della Fondazione MedOr della Leonardo Spa».

Dalla Sapienza iniziative per la pace e pro residenti a Gaza

Ma nel pomeriggio di martedì è stato approvato all’unanimità dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione della Sapienza, riuniti in seduta congiunta, un documento che esprime la posizione dell’Ateneo sui temi della pace e della libertà di ricerca. «In primo luogo gli Organi di Governo dell’Università hanno rappresentato, a nome di tutta la comunità, sentimenti di dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina. Sapienza si è impegnata a favorire la discussione, il confronto e la libera espressione del dissenso, purché non diventi prevaricazione – viene spiegato dall’ateneo -. In particolare nel documento è stato ribadito l’impegno alla realizzazione di corridoi umanitari e di ulteriori azioni di accoglienza, sostegno e solidarietà per le comunità accademiche coinvolte dal conflitto».

«No al boicottaggio della collaborazione internazionale»

«Tra le misure che l’Ateneo intende promuovere l’attivazione del Dottorato nazionale di Studi per la Pace; l’adesione al partenariato con An-Najah National University, UNIMED e Palestinian Student Scholarship Fund (PSSF) per il completamento dell’istruzione universitaria gratuita degli studenti residenti nella Striscia di Gaza. Inoltre Sapienza si impegna a destinare una quota del budget per il finanziamento di visite di studiosi provenienti dalle zone del conflitto in Medio Oriente. È inoltre stato confermato l’impegno affinché la libertà della ricerca e dell’insegnamento trovino spazio all’interno dei confini etici definiti dai valori costituzionali e specificati dalla normativa, dallo Statuto e dal Codice Etico dell’Ateneo. A tal fine l’Università si è dotata di organi di garanzia tra i quali il Comitato per la Ricerca transdisciplinare, istituito nel 2021 e il cui regolamento affronta anche il tema dei possibili usi distorti della ricerca». Ma «Sapienza rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana. Al termine della seduta congiunta, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione della Sapienza hanno ricordato che il carattere universalistico e libero della ricerca scientifica costituisce la condizione della sua stessa esistenza e la premessa necessaria affinché essa possa trasformarsi in uno strumento di incontro pacifico, scambio e comprensione tra popoli e culture».

Tende anche a Tor Vergata

Da lunedì sera inoltre anche all’università di  Tor Vergata glistudenti avevano deciso di montare le tende in vista della riunione del Senato accademico di oggi. Lo ha fatto sapere sempre il movimento Cambiare Rotta su Instagram, invitando i ragazzi invitano a mobilitarsi in tutti gli atenei.

 

 

fonte: CORRIERE DELLA SERA

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