Taranto, è tutto pronto per la notte di Santa Cecilia: dopo lo stop del 2020 tornano le bande in giro per la città

Il corteo 2019 nelle immagini di Gir&Grafica - Felice Bonfrate

 

È un appuntamento molto sentito dai tarantini che si svolgerà con alcune limitazioni per garantire la sicurezza nel periodo post Covid

Le musiche delle pastorali, la fede, i profumi e i sapori della festa. Con la notte di Santa Cecilia, Taranto si prepara a vivere – nella notte tra domenica 21 novembre e lunedì 22 novembre – il suo avvio al Natale. Con circa un mese di anticipo rispetto alle date natalizie e molto prima di altre realtà (che fanno coincidere l’avvio delle feste natalizie con l’Immacolata), il capoluogo ionico dà inizio al periodo di festa.

Dopo lo stop causato lo scorso anno dalla pandemia Covid (in cui non fu organizzato nulla), nella città, oggi alle prese con una crisi amministrativa, ritorna per le strade una delle tradizioni più sentite e dal maggiore coinvolgimento, intrisa di fede ma anche carica di valori umani e sociali.

È un appuntamento molto sentito dai tarantini che si svolgerà anche quest’anno con alcune limitazioni per garantire la sicurezza nel periodo post Covid. Alle 3,30 della notte, nella Cattedrale di San Cataldo, nella città vecchia, ci sarà la “prima squilla” mattutina. Poi, nelle strade illuminate dalle luci degli addobbi, giungeranno le bande che – dopo la benedizione – si muoveranno per i quartieri della città al suono delle pastorali, con un repertorio musicale autentico e fedele alla tradizione.

Si inizia, dunque, dal cuore dell’isola antica: nella Basilica di San Cataldo si svolgerà l’ “intronizzazione” del simulacro si Santa Cecilia, santa patrona della musica e protettrice dei musicisti; subito dopo, le bande Santa Cecilia, diretta dal maestro Giuseppe Gregucci, e Giovanni Paisiello, diretta dal maestro Vincenzo Simonetti, riceveranno la benedizione prima di partire per il consueto giro all’alba per le vie della città. Eseguiranno le pastorali, musiche natalizie che accompagnano il Natale tarantino sino all’Epifania.

L’evento è promosso da cattedrale San Cataldo, dal Comune di Taranto e dalla grande orchestra di fiati Santa Cecilia ed è “aperto a tutti coloro che vogliono vivere la suggestiva prima squilla mattutina”. A causa delle prescrizioni Covid, il 22 novembrenon ci sarà, neanche quest’anno, la processione di Santa Cecilia nella città vecchia. Le due orchestre bandistiche Santa Cecilia e Paisiello, però, dalle ore 4 sino al mattino attraverseranno la città per annunciare con le pastorali il Natale che arriva.

Si sposteranno inoltre con i bus dell’Amat messi a disposizione dal Comune, per coprire quante più aree possibili della città. Il programma nella cattedrale di Taranto, che quest’anno celebra il 950esimo anniversario della ricostruzione, prevede poi alle 18,30 il Giubileo dei Musicisti, con la celebrazione della messa che sarà presieduta dal parroco Emanuele Ferro.

Al termine della celebrazione religiosa, la banda sosterà in piazza Duomo per l’esecuzione delle pastorali. Infine, dalle 19,30 alle 21, nelle chiese di San Giuseppe, San Domenico, Santuario Madonna della Salute e Santuario dei Santi Medici – tutte nella città vecchia – si terranno concerti a cura dell’Orchestra della Magna Grecia, del Taranto Opera Festival e del Taranto Jazz Festival. Altri eventi per Santa Cecilia, dalla notte sino a domani sera, quasi ininterrottamente, si svolgeranno in diversi punti della città a iniziativa di associazioni, gruppi, commercianti, catene della grande distribuzione e parrocchie.

Alle ore 17, in piazza Maria Immacolata, nel borgo nuovo, ci sarà l’accensione delle luminarie, a cura dell’amministrazione comunale. Le stesse luci addobberanno le strade del centro cittadino, la ruota panoramica e la giostra installate per l’occasione.

Santa Cecilia a Taranto è una grande festa religiosa, ma anche popolare che – assieme alle musiche delle pastorali per le strade della città – ha anche un altro elemento caratteristico, tipico della tradizione gastronomica locale: le “pettole”. Si tratta di frittelle realizzate da un impasto semplice e povero, composto da acqua e farina e posto a lievitare. Dalla massa, con l’aiuto di un cucchiaio o con la stessa mano – per i più esperti – si ricavano porzioni di impasto che vengono tuffate nell’olio bollente, fritte e cosparse con un velo di zucchero semolato.

La versione dolce delle pettole tarantine è quella tipica del Natale pugliese. Le stesse, partendo dalla stessa base di acqua, farina e lievito, si declinano in tutta la regione con la variante dolce-salato e differenti aggiunte all’impasto (per esempio, le acciughe o il peperoncino – o semplicemente il sale). Nel Salento, le “pittule” hanno una forma più piccola e, nella versione dolce, sono anche guarnite con il miele. E’ tradizione che le pettole si preparino in tutte le case dei tarantini e che si friggano all’alba. Nella notte di Santa Cecilia, il profumo e il sapore delle pettole si diffonderà però anche nelle strade della città di Taranto. Locali pubblici e panifici le offriranno gratuitamente all’aperto a clienti e passanti, come segno della festa; una pettolata sarà organizzata nella serata del 22 novembre anche nei pressi della Cattedrale, nella città vecchia.

 

fonte: la Repubblica

 

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