La città sommersa dai cumuli di spazzatura. Mentre il Pd sfida il sindaco sulla nomina di Spalluto, Fratelli d’Italia alza la voce dai quartieri: «Città intrappolata in una situazione senza fine». Sullo sfondo, la partita per il controllo delle partecipate e i primi scricchiolii nella coalizione.
di Redazione
A Taranto, l’emergenza rifiuti non è solo un problema igienico-sanitario, ma il fulcro di un aspro scontro politico che sta mettendo in discussione la stabilità della maggioranza comunale. Mentre la città continua a lamentare degrado e disservizi, la questione della nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Kyma Ambiente (Amiu), la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, è diventata il campo di battaglia tra il sindaco Piero Bitetti e il Partito Democratico, affiancato nella denuncia anche dall’opposizione di destra.

Il segretario cittadino PD Giuseppe Tursi
Il Pd, forza di maggioranza, ha rotto gli indugi e ha accusato il sindaco di ambiguità e paralisi decisionale. Il segretario cittadino Giuseppe Tursi ha espresso senza mezzi termini il malcontento del partito: «Non capiamo come mai si sia proceduto alla nomina delle altre partecipate e invece per l’Amiu no. Non possiamo più permetterci altre attese, i cittadini continuano a denunciare il degrado in cui versa la città». Un messaggio che suona come una vera e propria sfida al sindaco.
La tensione si concentra sulla figura di Alfredo Spalluto, nome proposto dal Pd per il cda di Amiu e ritenuto un’indicazione chiara e condivisa. «Il nostro nome c’è, è chiaro e condiviso. Non si comprende questo immobilismo», ha ribadito Tursi, sottolineando come la gestione dell’azienda non possa rimanere in sospeso di fronte alle evidenti difficoltà in città.

Alfredo Spalluto
Parallelamente allo scontro interno alla maggioranza, la situazione dei rifiuti continua a innescare le dure reazioni dell’opposizione. Luca Lazzàro, ex candidato sindaco e attuale consigliere di Fratelli d’Italia, ha documentato con foto e video il degrado del quartiere Tamburi, mostrando cassonetti stracolmi, sacchi abbandonati e rifiuti ingombranti sui marciapiedi. Le immagini drammatiche, diffuse sui canali del partito, testimoniano una città che, secondo Lazzàro, è «intrappolata in una situazione che sembra non avere fine». La denuncia di FdI si estende all’intero territorio urbano, accusando l’amministrazione Bitetti di non aver dato seguito ai proclami e alle promesse fatte in campagna elettorale. «Le promesse di cambiamento e i piani annunciati non hanno prodotto alcun risultato visibile», ha dichiarato Lazzàro.
Il partito ha annunciato di voler intensificare i sopralluoghi nei diversi quartieri per monitorare la situazione e incalzare l’amministrazione, facendo del quartiere Tamburi il simbolo di un’immobilismo che rischia di compromettere la qualità della vita dei cittadini e l’immagine stessa di Taranto.
La partita sulle nomine delle partecipate è tutt’altro che secondaria. Il rinnovo dei vertici di Kyma Servizi e Kyma Mobilità è già avvenuto, ma la situazione di Amiu e di AdI rimane in sospeso. Questa gestione a rilento sta rischiando di trasformarsi in un boomerang politico per il sindaco Bitetti. Stretto tra le pressioni del suo partito e la necessità di tenere unita una maggioranza sempre più eterogenea, Bitetti deve decidere se allinearsi all’indicazione del Pd o rischiare una crisi politica aperta.
Lo scontro sulla nomina di Spalluto non è che la punta dell’iceberg dei dissapori interni alla coalizione di governo. L’amministrazione è chiamata a dare risposte immediate a un problema, quello dei rifiuti, che incide direttamente sulla vita quotidiana dei tarantini, ma l’immobilismo sembra regnare sovrano. La linea del Pd è chiara: niente più rinvii. Resta da vedere se il sindaco cederà, o se le sue mosse autonome aggraveranno ulteriormente la crisi.
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