«Tutti gli autovelox fuorilegge»: la Cassazione e le polemiche, ma le multe si possono annullare? E come si è arrivati a questo punto?

Un cartello segnala la presenza di un autovelox (foto di repertorio)

Il vuoto normativo, l’ordinanza sul caso di Treviso dove un avvocato difendeva sé stesso, il caos che si è creato e il decreto che manca

di Armando Di Landro

Tutti gli autovelox sono fuorilegge, abbiamo scoperto negli ultimi mesi. Ma è proprio così? E come è stato possibile trovarsi in questa situazione? E inoltre, la multa che arriva a casa dopo essere stati pizzicati da un «misuratore di velocità», questa una delle definizioni tecniche, è davvero nulla o annullabile?

Le domande che si accavallano e incrociano sul tema sono tante, dettate da un lato dall’incredulità, dall’altra dal desiderio di capire, di comprendere se è possibile risparmiare qualche centinaio di euro e qualche punto sulla patente dopo il verbale ricevuto, oppure no. Le risposte, come i quesiti, sono tutte collegate tra loro. E qualcuna resta in sospeso. Non per tutto, sul fronte autovelox, c’è la possibilità di un chiarimento.

Le multe si possono annullare?

Partiamo dalla domanda che probabilmente interessa di più: se ho preso una multa con un autovelox o un telelaser posso farla annullare? Al momento sembra di capire che tutte le sanzioni siano annullabili e passibili di ricorso. Per capire meglio, si può verificare caso per caso. 

Se l’autovelox che ha portato al verbale ricevuto a casa non risulta omologato, allora è possibile far annullare la multa presentando un ricorso al prefetto entro 60 giorni, o al giudice di pace entro 30. Quindi, prima di procedere al ricorso è necessario verificare appunto lo «status» dell’autovelox: per capire se risulta omologato bisogna leggere bene il verbale ricevuto dove dev’esserci scritto (è obbligatorio) quale è il decreto in base al quale è stato utilizzato quel tipo di autovelox.

Andando a spulciare tra le pagine del decreto di riferimento (che si trova facilmente in rete) si può poi leggere se il misuratore di velocità in questione è stato semplicemente approvato oppure se è stato omologato.

Se non ci sono riferimenti alla parola «omologazione», allora ci sono buone probabilità che il ricorso contro quella multa abbia successo e che la sanzione venga annullata.

Più semplicemente, in alcuni casi, dopo aver individuato il nome dell’apparecchiatura utilizzata per dare la multa, cercandola in rete è possibile trovare riferimenti all’avvenuta o mancata omologazione.

Ma come si è arrivati a questo caos? Le 8 pagine della Cassazione

Siamo partiti così dal risvolto più concreto del caos in corso e cioè l’annullabilità o validità della multa ricevuta.
Ma come si è arrivati a tutto questo? 

Da anni – in particolare da 33 anni, cioè dal 1992 – sul tema esiste una certa ambiguità normativa in Italia, legata in particolare al dpr che non disponeva regole chiare per l’omologazione degli apparecchi di misurazione della velocità.

Poi sono arrivate le otto pagine della Corte di Cassazione, datate 29 febbraio 2024, numero 10505, e il tema è riemerso in modo dirompente. Contro il Comune di Treviso e a favore di Andrea Nalesso, avvocato che rappresentava sé stesso in quanto utente della strada.

La Cassazione si è pronunciata su quel caso con una breve ordinanza in cui ribadisce che:
1) gli apparecchi per la misurazione della velocità dei veicoli, secondo l’articolo 142 del codice della strada, devono essere “debitamente omologati”;
2) le attività e le funzioni dei procedimenti di approvazione e di omologazione sono distinte, anche in base ai regolamenti di applicazione del codice della strada previsti dallo stesso dpr del 1992. Quindi, una cosa è l’approvazione, l’altra è l’omologazione;

3) In particolare, l’approvazione è solo un passaggio propedeutico all’omologazione, che invece è la procedura che consentirebbe la riproduzione e il riutilizzo in serie di un dato apparecchio.

Le istituzioni cosa fanno

Ora, i Comuni e più in generale gli enti che utilizzano gli apparecchi, lamentano che comunque non ci sono indicazioni normative in grado di spiegare come procedere all’omologazione.

Il governo a gennaio ha tentato la via di una circolare che puntava a equiparare l’approvazione all’omologazione, ma è difficile che una circolare possa superare le ambiguità normative messe in evidenza dalla Corte di Cassazione e il vuoto normativo indicato dagli stessi enti locali.

Al di là della disputa con Anci e con le associazioni di consumatori, il governo proverà quindi, verosimilmente, a superare l’impasse con un decreto: una prima bozza, per ora, è stata ritirata.

grafico autovelox

La data del 13 agosto 2017 era prevista da una bozza di decreto del governo, che però è stata ritirata. Grafico del Corriere della Sera

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