A 33 anni muore sul volo Ryanair Torino-Lamezia. Il 118: «Nessun ritardo nei soccorsi»

Giuseppe Stilo ha accusato un malore e l’aereo è ritornato all’aeroporto di Caselle. La Procura verso l’apertura di un fascicolo

di Massimo Massenzio

Stava tornando nella sua Calabria assieme alla moglie, al quarto mese di gravidanza. Il volo Ryanair per Lamezia Terme era decollato da pochi minuti da Caselle quando Giuseppe Stilo, 33 anni, originario di Vibo Valentia e residente ad Alba, dove lavorava alla Ferrero,  ha accusato un malore improvviso.

La moglie, seduta alcune file più indietro, non si è accorta di niente, ma il personale di bordo è subito intervenuto insieme a due medici che si trovavano fra i passeggeri. Le condizioni di Giuseppe sono sembrate subito gravissime e, intorno alle 11.15, il comandante ha invertito la rotta dell’aereo, che in quel momento sorvolava i cieli della Liguria, ed è tornato indietro verso l’aeroporto Sandro Pertini. Circa 36 minuti dopo il decollo, il velivolo è atterrato sulla pista di Caselle e a bordo sono saliti un altro medico e un infermiere, ma i tentativi di rianimare Giuseppe sono stati inutili.

Tutti i passeggeri sono stati fatti scendere e la moglie di Stilo ha saputo della morte del marito solo alcuni minuti dopo. Anche lei ha accusato un malore e un’ambulanza l’ha trasportata d’urgenza in ospedale. La notizia del decesso di un passeggero è rimbalzata velocemente sul web, assieme al fatto che una delle ambulanze del 118 fosse stata trattenuta a lungo ai varchi di accesso per la mancanza di una «scorta».

Ritardo nei soccorsi: la risposta di Sagat e 118

Una ricostruzione che SagatAzienda Zero e 118 smentiscono: «La centrale operativa 118 è stata allertata e ha provveduto a inviare l’ambulanza di base a Borgaro Torinese, seguita da un secondo mezzo con medico e infermiere, da Venaria.

All’arrivo dell’aereo il medico in servizio presso l’aeroporto è salito immediatamente sul velivolo e ha provveduto a erogare una scarica con il defibrillatore semiautomatico (Dae) e a somministrare dell’adrenalina. In precedenza due medici che si trovavano a bordo avevano già provveduto a erogare altre due scariche. Dopo la terza, il Dae non ha dato più indicazioni sull’uso della terapia elettrica».

Per quanto riguarda il presunto ritardo di un’ambulanza, Azienda Zero precisa: «L’ambulanza di Borgaro è arrivata al varco indicato ed è stata indirizzata verso l’aeromobile. I due volontari, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari nel continuare le manovre rianimatorie e contestualmente a trasportare il paziente sull’“ambulift” dove, dopo alcuni minuti, è arrivata anche l’ambulanza con il medico del 118. Che purtroppo, considerata la situazione, non ha potuto che constatare il decesso del paziente».

Secondo Azienda Zero non ci sarebbe stato alcun ritardo nei soccorsi, anche se la prima ambulanza con i volontari ha impiegato «circa 2 minuti per accedere al sedime aeroportuale». Una circostanza che non avrebbe influito in nessun modo sulla qualità dei soccorsi: «Nel frattempo il paziente aveva tre medici con defibrillatore e adrenalina che lo stavano assistendo, mentre la medicalizzata del 118 è entrata immediatamente — conclude l’azienda sanitaria —. Non c’è quindi stato un ritardato soccorso e la sinergia tra i medici presenti a bordo, gli assistenti di volo, i sanitari in servizio presso l’aeroporto e il 118 hanno dato al paziente tutte le possibilità che aveva di uscire da quella drammatica situazione».

Gli accertamenti dello Spresal e della polizia sono proseguiti per diverse ore e con ogni probabilità la Procura aprirà un fascicolo per chiarire le esatte cause del decesso.

Resta la tragedia di Giuseppe e di sua moglie, anche lei originaria della provincia di Vibo Valentia. Si erano sposati la scorsa estate e stavano tornando a casa. Erano felici per l’arrivo del loro bambino e non vedevano l’ora di tornare dai parenti. Ma i loro sogni sono stati improvvisamente spezzati.

 

 

FONTE: CORRIERE TORINO

 

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