Agnelli scarica la colpa del caso Suarez su Paratici: “Ha gestito tutto lui”

La testimonianza del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, figura tra gli atti dell’inchiesta della Procura di Perugia sull’esame “farsa” di italiano sostenuto da Luis Suarez all’Università per Stranieri. “Il nostro vice presidente, Nedved, mi disse che il giocatore del Barcellona s’era fatto avanti per un ingaggio. Ho appreso dell’esame dai giornali”. Ma un ex dirigente fornisce una versione differente.

Un sms per proporsi alla Juventus. È così che ha avuto inizio la trattativa tra Luis Suarez e la Juventus decollata e poi interrotta bruscamente nell’estate scorsa quando i bianconeri decisero di virare su Alvaro Morata e l’uruguagio lasciò il Barcellona per andare all’Atletico Madrid. Il 14 settembre, quando fu chiaro che non c’erano più tempo necessario per il tesseramento, l’affare sfumò del tutto. “Non ricordo di essere stato informato – le parole di Andrea Agnelli -. Ho appreso dell’esame di Suarez dai giornali e ricordo che chiamai il calciatore in un’unica occasione, per ringraziarlo di essersi proposto”.

Quell’operazione ha avuto una coda giudiziaria, un risvolto inatteso, legato all’esame per ottenere la certificazione di italiano da parte del calciatore. Un documento che gli avrebbe permesso di prendere la cittadinanza nazionale, acquisire lo status di comunitario e poter essere inserito nella rosa di una squadra (nello specifico, quella bianconera) senza affollare la casella già occupata da altri giocatori.
L’inchiesta sull’esame farsa di Suarez a Perugia

Le circostanze, i termini, i tempi e i modi in cui Suarez si sottopose alla sessione d’appello sono stati oggetti di indagine della Procura di Perugia che ha aperto un’inchiesta su quell’esame definito “farsa” perché – come si evince dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti – tutto era stato preparato affinché il giocatore fosse promosso. Tra gli atti in possesso dei magistrati su quanto accadde nelle settimane precedenti e nel giorno dell’esame all’Università per Stranieri c’è anche il verbale sulla testimonianza del massimo dirigente della Juventus, Andrea Agnelli, che risale al 26 gennaio scorso.
Il verbale dell’interrogatorio di Andrea Agnelli

Due gli aspetti che spostano di nuovo l’attenzione sulla vicenda sulla quale indaga il pool che fa capo a Raffaele Cantone. Il primo fa riferimento alle possibili scelte di mercato che in quell’estate erano sul tavolo dei bianconeri. “Tutta la trattativa l’ha gestita Paratici, in quel periodo noi sul mercato ci stavamo muovendo anche su Dzeko”, le parole del presidente raccolte dagli inquirenti e citate dal Corriere della Sera.
Com’è nata l’operazione

“Di Suarez ricordo che durante un pranzo, svolto mi pare a fine agosto, il nostro vicepresidente Pavel Nedved mi disse che il calciatore del Barcellona si era proposto, con un sms, per un ingaggio alla Juventus – si legge -. All’inizio di settembre fui informato che l’ingaggio era di difficile realizzazione perché era risultato che lo stesso non aveva la cittadinanza comunitaria”.
I contatti e la proposta contrattuale

“Se venni informato della griglia della proposta contrattuale inviata via email al legale del calciatore? Non ricordo questa mail. Non mi occupo delle condizioni contrattuali in quanto le negoziazioni sono seguite dall’area sportiva (che fa capo a Fabio Paratici, ndr) e nei limiti del budget assegnato. Ho verificato adesso e ho trovato che la mail era stata inviata e che continuo a non ricordare di aver ricevuto”.
La versione di Lombardo

La deposizione di Maurizio Lombardo, storico manager dei bianconeri, suscita perplessità relativamente alle dichiarazioni di Agnelli: “Prima di mandare mail all’avvocato ho chiesto nullaosta a Paratici. Scrisse di mandarla prima ad Agnelli. Io l’avevo già fatto. Non risposto, ma Paratici mi disse di aver parlato lui con il presidente”. Anche questo è un altro nodo da sciogliere.
L’operazione Suarez si ferma, il retroscena

C’è una data, il 14 settembre, che rappresenta il capolinea della possibile trattativa tra la Juventus e Luis Suarez. È allora che il club bianconero capisce di non avere più abbastanza margine di tempo per chiudere l’operazione. Anche alla luce di quanto accaduto. “Quando seppi dell’infattibilità? Non ricordo esattamente – ha aggiunto Agnelli -. Penso che fui informato il 14 settembre. Al mio rientro la società si stava già muovendo su Dzeko. La richiesta Uefa? Lombardo (ex dirigente juve) mi fece presente di aver formulato tale richiesta per verificare se si potesse inserire un calciatore nelle liste Champions anche successivamente alla scadenza fissata per i primi di ottobre. Tale parere costituisce prova, secondo me, del fatto che il 14 settembre era già chiaro che Suarez non poteva essere tesserato in tempo”.
Il rapporto tra Paratici e la ex ministra Paola De Micheli

Il nome della ex ministra, Paola De Micheli, è venuto fuori nel corso delle indagini in seguito alla richiesta di informazioni da parte di Paratici sul percorso burocratico per ottenere la cittadinanza italiana. “La cosa non mi ha sorpreso, perché sono a conoscenza di rapporti personali di amicizia tra Paratici e Paola De Micheli, e, trattandosi di una mera richiesta di informazioni sull’ufficio da contattare non mi è parso che ci fosse nulla di strano”.
Quattro indagati e “Juventus istigatrice”

Nei giorni scorsi la Procura ha chiuso le indagini sull’esame di Suarez. Si attende il prossimo passo, ovvero chi sarà eventualmente rinviato a giudizio per il coinvolgimento nella vicenda. Rischiano di finire a processo l’ex rettrice Giuliana Grego Bolli, l’ex direttore generale dell’Università Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e l’avvocato della Juventus, Maria Turco. Quest’ultima, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe agito da ‘concorrente morale e istigatrice’. Le accuse contestate a vario titolo sono di falso ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio e falso materiale. Fabio Paratici e l’avvocato Luigi Chiappero sono invece indagati per aver reso false informazioni al pubblico ministero.

 

fonte: Fanpage.it

 

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