Cambio climatico, per l’Organizzazione meteorologica mondiale è allerta rossa

Organizzazione meteorologica mondiale, da Ginevra, 19 marzo 2024

Dopo aver registrato il decennio più caldo della storia, l’ONU avverte che il “pianeta è sull’orlo del baratro”. Gli aspetti più critici riguardano il riscaldamento degli oceani e il ritiro dei ghiacciai

Dopo aver registrato il decennio più caldo della storia, l’ONU avverte che “il pianeta è sull’orlo del baratro”: l’anno scorso, le temperature hanno superato tutti i record, le ondate di caldo hanno colpito gli oceani e i ghiacciai hanno subito riduzioni drammatiche. Questo il catastrofico quadro fornito dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale nel suo rapporto annuale sullo stato del clima. Una conferma dei dati preliminari secondo i quali il 2023 è stato di gran lunga l’anno con le temperature più alte, concludendo il “periodo di 10 anni più caldo mai registrato” afferma il rapporto.

Secondo il segretario generale, Antonio Guterres, il pianeta è “sull’orlo del baratro. La Terra sta lanciando una richiesta di soccorso”, ha detto, sottolineando che “l’inquinamento da combustibili fossili sta creando un caos climatico fuori scala” e avvertendo che “i cambiamenti si stanno accelerando”. Secondo il rapporto, l’anno scorso la temperatura media in prossimità della superficie era di 1,45 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, pericolosamente vicina alla soglia critica di 1,5 gradi che i Paesi avevano concordato di non voler superare negli accordi sul clima di Parigi del 2015.

Saulo: “Allarme rosso per il mondo”

“Il rapporto – ha osservato il segretario generale del WMO, Saulo – dovrebbe essere visto come un allarme rosso per il mondo”. Esaminando i dati, l’organizzazione ha scoperto che “i record sono stati ancora una volta battuti, e in alcuni casi distrutti”, avvertendo che i numeri “hanno dato un nuovo significato inquietante alla frase ‘fuori scala’”. Il problema, si sottolinea nel rapporto, non è solo l’aumento delle temperature: “Ciò a cui abbiamo assistito nel 2023, in particolare con il calore senza precedenti dell’oceano, il ritiro dei ghiacciai e la perdita del ghiaccio marino antartico, è motivo di particolare preoccupazione”. Una scoperta particolarmente preoccupante è che lo scorso anno le ondate di caldo marino hanno colpito quasi un terzo dell’oceano globale in una giornata media. Entro la fine del 2023, oltre il 90% degli oceani ha sperimentato ondate di caldo in un determinato momento dell’anno, si legge nel rapporto. Queste ondate di caldo marino più frequenti e intense avranno “profonde ripercussioni negative sugli ecosistemi marini e sulle barriere coralline”, avverte ancora Saulo.

Quanto ai ghiacciai, hanno subito la più grande perdita di ghiaccio da quando sono iniziate le registrazioni nel 1950, “causata dallo scioglimento estremo sia nel Nord America occidentale che in Europa”. In Svizzera, dove ha sede l’OMM, i ghiacciai alpini, ad esempio, hanno perso il 10% del loro volume rimanente solo negli ultimi due anni. Anche l’estensione del ghiaccio marino antartico è “di gran lunga la più bassa mai registrata”. La sua estensione massima alla fine dell’inverno australe era di circa un milione di chilometri quadrati inferiore a quella dell’anno record precedente, equivalente alla dimensione di Francia e Germania messe insieme.

Il continuo riscaldamento degli oceani, combinato con il rapido scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali, ha portato lo scorso anno il livello del mare al suo punto più alto da quando sono iniziate le registrazioni satellitari nel 1993, si legge nel rapporto: l’innalzamento del livello medio globale del mare negli ultimi dieci anni (2014-2023) è stato più del doppio del tasso registrato nel primo decennio di registrazioni satellitari. I drammatici cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova le popolazioni di tutto il mondo, alimentando eventi meteorologici estremi, inondazioni e siccità, che innescano spostamenti e aumentano la perdita di biodiversità e l’insicurezza alimentare, conclude il rapporto. “La crisi climatica è LA sfida decisiva che l’umanità deve affrontare ed è strettamente intrecciata con la crisi della disuguaglianza” ha affermato ancora Saulo.

Emergenza in Guatemala

Intanto, si apprende che il governo guatemalteco ha dichiarato lo stato di emergenza energetica per garantire la fornitura di elettricità a causa della mancanza di pioggia dovuta al cambiamento climatico e al fenomeno El Niño. Si tratta di una “misura preventiva che sarà in vigore fino al 31 maggio” ma potrà essere prorogata se le condizioni persistono, ha precisato in un comunicato il ministro dell’Energia e delle Miniere, Victor Hugo Ventura.

 

 

fonte: Rai News

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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