Cibi ultra-processati: un pericolo anche per il nostro cervello?

Alti livelli di sale, zucchero e grassi possono aumentare il rischio di ansia, depressione e declino cognitivo

di Redazione

Il consumo diffuso di cibi ultra-processati, noti per il loro elevato contenuto di sale, zucchero e grassi, potrebbe essere collegato a rischi per la salute del cervello, tra cui ansia, depressione e declino cognitivo, secondo una recente ricerca. Mentre queste opzioni alimentari soddisfano il desiderio di sapidità e dolcezza, sembrano influire negativamente sul benessere mentale ed emotivo.

Uno studio condotto sulla correlazione tra diete ad alto contenuto di cibi ultra-processati e disturbi mentali ha rilevato un aumento del 44% del rischio di depressione e del 48% del rischio di disturbo d’ansia. Altri studi hanno evidenziato un tasso accelerato di declino cognitivo associato al consumo di questi cibi, anche con una percentuale relativamente bassa di calorie derivanti da essi.

In modo allarmante, una ricerca che coinvolgeva mezzo milione di persone in Inghilterra, Scozia e Galles ha indicato che ogni aumento del 10% nel consumo di cibi ultra-processati era correlato a un aumento del 25% del rischio di demenza.

Melissa M. Lane, ricercatrice post-dottorato presso la Deakin University’s School of Medicine in Australia, ha dichiarato che, sebbene il rapporto di causa ed effetto non sia chiaro, le evidenze suggeriscono che il consumo eccessivo di questi cibi aumenti il rischio di condizioni depressive in futuro.

Questi alimenti, spesso ricchi di sale, zucchero e grassi saturi, sono noti per causare infiammazione cronica, ipertensione, glicemia alta e altre malattie croniche. Ciò che può sorprendere è come queste condizioni, a loro volta, possano influenzare la salute cerebrale, aumentando il rischio di demenza vascolare.

Oltre agli effetti diretti di nutrienti dannosi, alcuni additivi presenti in cibi ultra-processati, come dolcificanti artificiali e il glutammato monosodico, possono interferire con la produzione di sostanze chimiche cerebrali, contribuendo a problemi di benessere mentale ed emotivo.

Un aspetto preoccupante è la possibile dipendenza da questi alimenti ultra-processati, che, secondo gli esperti, condividono somiglianze con la dipendenza da sigarette. Le aziende alimentari, spesso multimiliardarie, progettano questi cibi per renderli attraenti e irresistibili, guidando le scelte dei consumatori.

La nostra inclinazione evolutiva per cibi dolci, grassi e calorici, che ci ha aiutato a sopravvivere per gran parte della storia umana, si scontra ora con la disponibilità diffusa di cibi ultra-processati. Questi alimenti, confezionati con sale, aromi artificiali e coloranti, possono risultare irresistibili per il nostro cervello, ma contribuiscono a una dieta ipercalorica e alla mancanza di sostanze nutrienti benefiche per il cervello.

In un mondo in cui le opzioni alimentari ultra-processate sono sempre più diffuse, la consapevolezza dei rischi associati a queste scelte potrebbe essere cruciale per promuovere uno stile di vita più sano e prevenire problemi di salute mentale e cognitiva.

 

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