Cosa sta succedendo a San Lazzaro, il comune dove stanno tornando i bambini

Ce lo racconta la sindaca Isabella Conti che ha invertito la curva della denatalità puntando su asili nido gratuiti per tutti

Headshot of Adelaide BarigozziDi Adelaide Barigozzi

Nell’Italia dell’inverno demografico e degli appelli a fare più figli, c’è una sindaca che, rovesciando la prospettiva, è partita dai bambini che ci sono, mettendoli al centro. Isabella Conti, prima cittadina di San Lazzaro di Savena, comune di 33.000 abitanti della Città Metropolitana di Bologna, in pochi anni è riuscita a realizzare ciò che il resto del Paese sogna: invertire la curva della natalità. Eppure, si tratta di un modello virtuoso che, parole sue, “tutti possono replicare”. E per promuovere nuove soluzioni a questi temi, il 26-27-28 ottobre ha indetto gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza, tre giorni densi di incontri ed eventi con la partecipazione di esperti, scienziati, giuristi e scrittori, tra cui Maura Gancitano, Cathy La Torre, Gherardo Colombo, Vito Mancuso ed Enrico Galiano, durante i quali verrà anche inaugurato un polo scolastico cittadino.

Come mai una sindaca di un piccolo comune decide di organizzare gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza?

È proprio nei piccoli comuni che si possono realizzare le linee di indirizzo per le future politiche del Paese. Ci sentiamo dire di continuo: questo non si può fare, ci vuole la Regione, serve l’intervento dello Stato… E invece, si può. Io l’ho fatto. Voglio dimostrare che è possibile.

Che obiettivo si è data?

Far incontrare la scienza e la politica in un confronto aperto a tutti i cittadini. Da un lato, ci saranno psicologi, ostetriche, psicanalisti, ginecologi e altri esperti, dall’altro hanno aderito i sindaci di molte città, anche di centrodestra, perché la soluzione di questi temi è un interesse comune. E poi coinvolgeremo i ragazzi, che potranno dire la loro. Il traguardo finale sarà un vademecum di idee amministrative che potranno diventare uno spunto nazionale, una sorta di manuale di buone pratiche che pubblicheremo a febbraio.

La sua amministrazione è un modello virtuoso. Qual è stata la mossa vincente?

Rendere gli asili nido gratuiti per tutti e senza lista d’attesa. Il nostro è l’unico comune in Italia dove è possibile, fin dal 2019.

Come ci è riuscita?

Appena eletta, nel 2014, ho studiato i dati statistici: all’epoca, in linea con il trend del Paese, anche a San Lazzaro avevamo una curva dell’invecchiamento preoccupante con un tasso di anzianità del 210 per cento (2,10 ultra 65enni per ogni ragazzino sotto i 15 anni, ndr). Ma meno nascite significa avere presto meno risorse per scuole e salute pubblica, i capisaldi della nostra democrazia, per non parlare del sistema pensionistico. Se non si invertiva la tendenza, avremmo potuto avere ricadute già nei prossimi 10-15 anni. Così dal 2015 ho iniziato a liberare risorse da destinare al welfare per l’infanzia, i genitori e le donne, grazie al recupero dell’evasione fiscale e alla riduzione degli sprechi. Il nido per tutti è frutto di questo lavoro.

Non sarebbe più giusto farlo pagare in base al reddito?

Il nido non è un servizio di lusso o di babysitteraggio, ma formativo: è scuola a tutti gli effetti che, come tale, deve essere gratuita per tutti. Molti studi, infatti, dicono che i bambini che lo frequentano sviluppano skill determinanti per la loro crescita, tant’è vero che dal test Invalsi risulta che da adolescenti hanno meno probabilità di abbandono scolastico e di diventare dei bulli. Ed è un primo passo per una politica della genitorialità e dell’emancipazione femminile.

Lei è mamma da pochi mesi. Quanto ha contato l’esperienza della maternità nelle sue scelte di sindaca?

In realtà, ho iniziato a pensare a questi temi fin dagli inizi del primo mandato: avevo 32 anni, mentre ora ne ho 41. In Italia, la mia generazione ha procrastinato a lungo la nascita del primo figlio. L’età media è 35-37 anni, perché prima non c’è stabilità economica, e spesso nemmeno dopo. In seguito, siamo chiamate a scegliere se restare nel mondo del lavoro o curare i bambini: di solito le donne sono costrette a pagare il nido col proprio salario, così molte restano a casa.

Anche le imprese dovrebbero fare la loro parte.

Certo, e noi per incentivarle rinunciamo alla quota dell’Imu di quelle che assumono donne con figli sotto i 3 anni, lavoratrici under 30 e over 50, le fasce più fragili. Se misure di questo tipo fossero adottate da un governo, che oltretutto ha a disposizione molte più leve fiscali, le ricadute sociali sarebbero enormi.

Un altro tema caldo è il congedo parentale.

Agli Stati generali si parlerà della sua estensione, specie di quello di paternità, che in Italia è di appena dieci giorni, a fronte di agevolazioni fiscali con imprese e sindacati. Oggi anche per esperienza personale posso dire che i primi tempi dalla nascita di un figlio sono delicatissimi, molto più complicati della gravidanza, e proprio per accompagnare le neomamme che spesso si trovano da sole, abbiamo siglato da tre anni un accordo con la Asl per offrire un servizio gratuito di ostetriche a domicilio nelle 48 ore successive al parto. Entrando nelle case delle persone, queste figure diventano delle sentinelle sul territorio in grado di intercettare il disagio delle donne, che può essere emotivo, come nel caso di depressione post parto, ma anche economico o causato da violenza domestica.

Agli Stati generali si parlerà anche di adolescenza.

Sì, ho voluto dedicare un focus alle problematiche dei ragazzi perché da sindaca durante la pandemia ho visto quanto gli adolescenti stando a casa tutto il tempo abbiano sofferto anche assistendo alle fragilità dei propri genitori. Inoltre, la didattica a distanza ha alimentato la percezione dell’altro come minaccia, interrompendo la fase in cui si esplora il mondo per conoscere se stessi. Il punto è che i ragazzi hanno smesso di parlare con i propri genitori e oggi più che mai hanno bisogno di confrontarsi con altri adulti di riferimento, docenti, tutor, allenatori. Noi, per esempio, organizziamo corsi di formazione ad hoc per questi ultimi e abbiamo implementato l’orario degli psicologi nelle scuole.

Tra gli ospiti c’è anche Cathy La Torre, avvocata e attivista Lgbtq. Esaminerete anche gli aspetti che riguardano i diritti delle famiglie arcobaleno?

La Torre condurrà un panel sul bullismo e il body shaming, ma si parlerà anche dei diritti di tutti i bambini. La mia posizione a riguardo è nota: a prescindere dalla gestazione per altri che mi vede contraria a livello personale, da amministratrice locale ho sempre trascritto le nascite dei figli delle coppie arcobaleno garantendo loro una famiglia a tutti gli effetti. Se non ho avuto contestazioni da parte dello Stato è solo perché dall’intervento del ministro Piantedosi non ho più ricevuto richieste.

A giugno 2024 scadrà il suo mandato. Cosa lascia in eredità sul fronte del contrasto alla denatalità?

In quattro anni la curva si è fermata, e ora stiamo risalendo. Grazie alla nostra offerta di 450 posti gratuiti al nido, tante famiglie si trasferiscono da noi per usufruirne e anche chi viene da lontano e culturalmente non sarebbe abituato, ora iscrive i suoi figli. Il nido gratuito è uno strumento di inclusione: come i nostri padri costituenti quando hanno voluto ribadire il principio della scuola pubblica gratuita, facendo incontrare bambini di diverse estrazioni.

Fonte: Elle.com

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