Il Papa: la santità non è per “specialisti del divino”

Santa Teresa d’Avila (pittura)

Francesco invia un videomessaggio al Congresso internazionale “Donna eccezionale” dedicato a santa Teresa d’Avila, che termina oggi all’università cattolica della città castigliana, nel 50.mo anniversario del dottorato della santa: la bontà di Dio “è più grande di tutti i mali che possiamo fare, ed Egli non si ricorda della nostra ingratitudine’”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

La preghiera che si fa opera, porta della misericordia, che apre alla speranza, permette di “gustare” che Dio è grande e incammina sulla strada della santità. Papa Francesco guarda a Santa Teresa d’Avila come a colei che nella vita ha regalato alla Chiesa questo importante messaggio. Lo sottolinea in un video, in spagnolo, inviato al Congresso internazionale “Donna eccezionale”,  iniziato lunedì scorso e che si conclude oggi presso l’università cattolica Santa Teresa di Gesù ad Avila, dedicato al 50.mo anniversario del dottorato della santa,.

I cristiani chiamati a rinnovare la terra

“Donna eccezionale” è l’espressione – ricorda il Papa – usata da Paolo VI per descrivere questa giovane donna capace di perseverare nell’unione con il Signore, di essere docile allo Spirito, rimanendo “tutta un fuoco dell’amore di Dio”. “L’audacia, la creatività e l’eccellenza di Santa Teresa come riformatrice – sottolinea Francesco – sono il frutto della presenza interiore del Signore”.

I nostri giorni hanno molte somiglianze con quelli del XVI secolo in cui visse il santo. Come allora, così ora noi cristiani siamo chiamati a far sì che, attraverso di noi, la potenza dello Spirito Santo continui a rinnovare la faccia della terra, nella certezza che in ultima analisi sono i santi che permettono al mondo di avanzare verso il suo fine ultimo.

La via della santità

Ricordando che la santità favorisce “un modo di vivere più umano”, Papa Francesco sottolinea che non è per “specialisti del divino” ma “la vocazione di tutti i credenti”. La santità è comunque originalità perché ognuno è chiamato ad un cammino diverso:

I santi ci stimolano e motivano, ma non sono per noi per cercare di copiarli letteralmente, la santità non è da copiare, “perché anche questo potrebbe portarci lontano dal cammino unico e diverso che il Signore ha per ognuno di noi. L’importante è che ogni credente discerna la propria via”. Ognuno di noi ha il proprio cammino di santità, di incontro con il Signore

Dal peccato alla misericordia

Il segno dell’unione con Dio, che si coltiva nella preghiera, è nelle opere che si realizzano. Questo implica anche un cambiamento personale perché, aperti allo Spirito, si diventa “più umili, più attenti alle necessità dei nostri fratelli, migliori figli del santo popolo di Dio”.

Un tale cammino non è aperto a coloro che si considerano puri e perfetti, i catari di tutti i secoli, ma a coloro che, consapevoli dei loro peccati, scoprono la bellezza della misericordia di Dio, che accoglie tutti, redime tutti e chiama tutti alla sua amicizia.

“Santa Teresa, che si considerava molto ‘miserabile e miserabile’, come lei stessa si definisce, riconosce – spiega il Papa – che la bontà di Dio ‘è più grande di tutti i mali che possiamo fare, ed Egli non si ricorda della nostra ingratitudine’”. Il Signore non si stanca di perdonare ma il pericolo grande è che noi ci stanchiamo di chiederlo.

Dalla preghiera alla fraternità

L’ideale di fraternità venne scoperta da Santa Teresa, “una donna eccezionale, una donna creativa e innovativa”, attraverso la preghiera che apre alla speranza. Un’ideale che voleva realizzare nei conventi da lei fondati; insegnamento valido anche oggi quando ci sono “piccole lotte” tra conventi.

Come il Dottore della Chiesa, viviamo in “tempi difficili”, non facili, che hanno bisogno degli “amici fedeli di Dio”, amici forti. amici forti. La grande tentazione è quella di cedere alla disillusione, alla rassegnazione, al triste e infondato presagio che tutto andrà male. Quel pessimismo sterile, quel pessimismo di persone incapaci di dare la vita.

Un pessimismo che chiude le persone nei loro recinti protetti.

D’altra parte, la preghiera ci apre, ci permette di gustare che Dio è grande, che è oltre l’orizzonte, che Dio è buono, che ci ama e che la storia non è sfuggita dalle sue mani. Possiamo camminare per strade buie (cfr. Sal 23,4), non abbiate paura se il Signore è con voi, ma Egli non cessa di camminare accanto a noi e di condurci alla meta che tutti desideriamo: la vita eterna.

Con lui ogni sfida è vinta e il cuore è pieno di gioia.

La preghiera da ricordare 

Infine il Papa invita a pregare queste parole:

Non lasciate che nulla vi disturbi, Non lasciate che nulla vi spaventi; tutte le cose passano, Dio non cambia. Pazienza raggiungerà tutte le cose. Colui che ha Dio non manca di nulla. Dio solo è sufficiente.

 

fonte: Vatican News

 

Be the first to comment on "Il Papa: la santità non è per “specialisti del divino”"

Leave a comment