Il Papa: occorre cercare il Signore e non accomodarsi in una fede fatta di abitudini

Papa Francesco all’Angelus commenta il brano del Vangelo di questa domenica dove si racconta l’incontro dei primi due discepoli con Gesù. E sottolinea tre requisiti necessari a chi vuol seguire il Maestro: bisogna “prima di tutto cercarlo, avere un cuore aperto, non sazio o appagato”. Occorre poi stare con Lui. Da questo deriva poi l’annuncio che è desiderio di condividere con altri il dono ricevuto

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Andare con il pensiero al nostro primo incontro con Gesù e domandarsi “che cosa significa essere discepoli del Signore” per poi capire se ancora ne avvertiamo tutto il fascino. E’ ciò che suggerisce la pagina del Vangelo di Giovanni di questa domenica che descrive l’incontro dei primi due discepoli con il Maestro. “Ognuno di noi – afferma il Papa – ha avuto il primo incontro con Gesù, da bambino, da adolescente, da giovane, da adulto, adulta… Quando ho incontrato Gesù per la prima volta?”.

“Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.”

Cercare Gesù e interrogarsi sulla sua Parola

Del brano Papa Francesco sottolinea tre verbicercare, dimorare e annunciare. Essere alla ricerca è il punto da cui partire per essere discepoli di Gesù, rivolto ai due Egli “li invita a guardarsi dentro, a interrogarsi sui desideri che portano nel cuore”. Il Papa ne spiega la ragione:

Il Signore non vuole fare proseliti, non vuole “followers” superficiali, ma persone che si interrogano e si lasciano interpellare dalla sua Parola. Pertanto, per essere discepoli di Gesù bisogna prima di tutto cercarlo, bisogna cercarlo, poi avere un cuore aperto, in ricerca, non un cuore sazio o appagato.

Dimorare con il Signore

Ma che cosa cercavano quei discepoli? Il loro desiderio era di incontrare il Messia, di stare con lui e di poterlo ascoltare. Rimanere con Gesù, afferma il Papa, è la cosa più importante per chi vuol seguire il Signore.

La fede, insomma, non è una teoria, no, ma è un incontro – è un incontro – è andare a vedere dove abita il Signore e dimorare con Lui. Incontrare il Signore e dimorare con Lui.

L’evangelizzazione nasce dalla gioia di un incontro

Il terzo verbo: annunciare. “Io ho il coraggio di annunciare Gesù?”, chiede il Papa. La gioia dell’incontro con il Signore per i discepoli è così forte che vogliono subito comunicare la loro esperienza agli altri. Francesco sottolinea:

Quel primo incontro con Gesù, dei discepoli, fu un’esperienza talmente forte, che i due discepoli ne ricordarono per sempre l’ora: “erano circa le quattro del pomeriggio”. Questo fa vedere la forza di quell’incontro.

E nel Vangelo di Giovanni si racconta infatti che Andrea, uno dei due discepoli, condivide appena può ciò che gli è accaduto con il fratello Simone, il futuro Pietro.

Piazza San Pietro durante l’Angelus di oggi

La nostra è una fede fatta di abitudini?

Infine, Papa Francesco ci invita tutti a cogliere oggi l’occasione per chiederci se anche noi cerchiamo il Signore o al contrario viviamo “una fede fatta di abitudini”; se sappiamo stare con Gesù nella preghiera, e se ci sentiamo spinti a condividere la bellezza del nostro incontro con Lui. E conclude:

Maria Santissima, prima discepola di Gesù, ci doni il desiderio di cercarlo, il desiderio di stare con Lui e il desiderio di annunciarlo.

 

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