La parrocchia del “Buon Pastore” a Barletta in festa. Intervista a Don Claudio Gorgoglione

buon pastore
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I 50 anni della Parrocchia del Buon Pastore e la festa di Sant’Antonio di Padova. Un connubio perfetto, per un quartiere in festa che vuole coinvolgere la città intera a questa festa di fede e devozione, all’ombra degli insegnamenti di Sant’Antonio, in otto giorni ricchi di appuntamenti, con al centro il 13 giugno, giorno della Solennità di Sant’Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa,

“Noi siamo eredi a Barletta, la nostra parrocchia è erede di questo grande privilegio, di una devozione molto antica, poi passata dagli anni 60 nel quartiere “Medaglie d’Oro”, ha riferito il viceparroco del Buon Pastore, Don Claudio Gorgoglione, facendo proprio riferimento alla devozione e alla fama per il Santo, forse tra i più venerati tra tutti, diffusa in ogni dove. “Sant’Antonio, congiunge la fede con la vita sociale delle persone, incarnando il Vangelo in tutti i rapporti sociali, la lotta contro sopraffazioni e divisioni (si pensi al comune di Padova), è un Santo che parla molto al popolo e alla gente, non può che essere molto sentito e ricevere grande devozione nel mondo”.

Data l’occasione del Giubileo parrocchiale e i solenni festeggiamenti previsti, sono giunte a Barletta dopo ben 21 anni le reliquie del Santo. Un pezzo della “massa corporis” e della costola fluttuante che conteneva polmoni e cuore del Santo, saranno nella parrocchia del Buon Pastore fino al 16 giugno, come vero segno per tutti, dando l’occasione di respirare il Vangelo annunciato da Sant’Antonio, facendo, come ha detto Don Claudio, “pulsare i nostri cuori, grazie alla speranza che il Suo buon cuore ha donato”. 

Il tutto è strettamente collegato anche al giubileo parrocchiale, dato che viene festeggiato il cinquantesimo anno di istituzione della parrocchia, 50 anni di storie sentite e vissute… “La parrocchia del Buon Pastore è un po’ il collante del quartiere” ha affermato don Claudio, facendo riferimento anche alle origini, quando tutto è nato… “Le sue origini sono nel “villaggio del fanciullo”, venuto prima del Rione Medaglie d’oro. Il villaggio, fortemente voluto da Monsignor Angelo Raffaele Dimiccoli, allora vicario generale dell’Arcidiocesi di Barletta, rappresentava una vera e propria opera di carità per l’infanzia abbandonata, che ha preparato il terreno dei cuori di chi iniziava ad abitare il quartiere, alla carità. La nostra è una presenza fondamentale e costante nel quartiere, raccogliamo momenti di vita gioiosi e dolorosi, volti, storie, una presenza costante, vero balsamo e sostegno per l’intero quartiere e non solo. Bisogna anche menzionare l’importanza del nuovissimo centro “S.Massimiliano Kolbe”, nel quale ospitiamo tante associazioni, creando unione tra la comunità e le varie attività sociali”. 

Lei e don Mimmo Minervini negli ultimi anni siete stati partecipi di questa crescita della parrocchia e del quartiere, obiettivi raggiunti o c’è qualcosa in cantiere?

“Gli obiettivi li sa solo il Signore. Noi facciamo tutto con semplicità dando il meglio. Noi vorremmo che la comunità, secondo lo stile di Chiesa su cui ci indirizza il Santo Padre, rappresenti il vero senso di unione, una comunione tra persone molto spesso divise. Noi trait d’union con Dio, proponendo il valore della fede e trait d’union tra gli abitanti grazie a oratori, iniziative, o la festa rionale di quest’anno. Questi sono gli obiettivi, momenti importanti che ogni anno si ripropongono.”

Secondo voi, quale è l’impatto che la Chiesa ha avuto e continua ad avere nel vostro quartiere?

“La chiesa nel quartiere ha un grande impatto, il quartiere è affezionato, l’impatto della Chiesa è estremamente importante. Anche l’arrivo delle reliquie e la presenza straordinaria del Cardinal Bagnasco, vogliono accendere una luce, creare stimoli di festa e di vita in un quartiere anche fortemente penalizzato, da diverso tempo, a causa della chiusura del passaggio a livello. Noi, comunità cristiana, riproponiamo da un lato la crescita personale di fede e umana grazie alla figura di Sant’Antonio e dall’altro cerchiamo di ravvivare il quartiere, intessendo relazioni tra persone e realtà che abitano e animano il quartiere”

Un quartiere in festa, che cerca di coinvolgere tutta la Città con una serie di eventi di festa e di fede, dal calibro importante, fortemente voluti dai parrocchiani e dalle realtà limitrofe e che i due Sacerdoti hanno anche voluto ringraziare: “Diverse realtà hanno voluto contribuire alla realizzazione di questa festa, c’è e ci sarà grande movimento. Il contribuire e costruire insieme è un segno bello, sottolinea proprio la partecipazione del quartiere alla festa”

Savio Rociola

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