“La teoria del caos” Barletta con qualche grattacapo. Poveri cittadini…

di ROCIOLA Savio

“Al mio segnale, scatenate l’inferno” un piccolo gesto, un solo pollice verso, per rovinare una serata e il fine settimana…

Il solito consiglio comunale, nella Città della Disfida, ha nuovamente messo alla prova la maggioranza, da tempo provata e messa insieme, già con qualche dubbio, a maggio 2022, regalando, nella tarda serata di venerdì, piccole pillole di pressappochismo, maleducazione e sfregio nei confronti della cittadinanza che continua a subire schiaffi quasi invisibili, ma sonori.

Il punto incriminato, è quello della presentazione di un emendamento, riguardante l’individuazione di interventi pubblici nella zona 167, da realizzare a scomputo da parte dei soggetti assegnatari dei lotti riguardanti i cosiddetti “contratti di quartiere II”: Dell’emendamento, la cui approvazione (anche se probabile), era già stata annunciata in grande stile diverse ore prima dal sindaco, quella sera ne rimaneva solamente impreparazione, dato che a quanto pare Cannito e i suoi erano impreparati (si nota dal fatto che i consiglieri di Fratelli d’Italia, inizialmente chiedevano il ritiro del punto, poi proponevano di emendarlo dimostrando però la totale impreparazione in merito).

A quel punto cosa è accaduto? In quale momento si sono perse le redini? Il tale Lanotte, prima della votazione, in merito alla richiesta di sospensione di 5 minuti richiesta dal primo cittadino, ha fatto un bel pollice verso, rivolgendosi ai suoi (Forza Italia), alla faccia del ruolo istituzionale da lui ricoperto in consiglio comunale, anche se questo “teatrino”, in data odierna, è stato spiegato, dal diretto interessato, in altri modi. Ebbene sì, un pollice ha scatenato l’inferno, le redini sono state perse e il primo cittadino, quasi da sconfitto ha iniziato a scrivere di suo pugno le dimissioni. Cosa è cambiato della storia rispetto al passato? Qualche anno fa le dimissioni erano già pronte nei cassetti di Corso Vittorio Emanuele, pronte a essere sfoderate come carte da gioco e ora scritte al momento del bisogno quasi con amarezza e dolore.

Ma cosa viene meno adesso?

Savio Rociola

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