Prima sostituzione al mondo di mandibola

Finora solo sostituzioni parziali della struttura. L’intervento all’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma

di Valentina Arcovio

UN BEL PIATTO fumante di rigatoni al sugo. Per il giovane Joan Cuc, 20 anni, è stato questo il vero banco di prova della sua nuovissima mandibola. Glielo ha portato la sua mamma in un cestino all’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, dove da settimane fa avanti e indietro con i suoi manicaretti.

Alla prova della forchetta, la mandibola nuova di zecca che i medici e gli ingegneri clinici dell’ospedale romano hanno regalato a Joan non ha semplicemente fatto il suo dovere. “Ma ha superato ogni nostra più entusiastica aspettativa”, racconta Bruno Pesucci, direttore dell’U.O.C di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, un vero e proprio luminare nel campo della chirurgia oncologica ricostruttiva.

E’ infatti Pesucci, 66 anni, milanese di origine, ma trapiantato a Roma da quasi 40 anni, che ha eseguito insieme alla sua equipe il primo intervento al mondo di sostituzione completa di una mandibola. Fino a oggi erano state eseguite solo sostituzioni parziali. “Quando abbiamo iniziato a studiare e progettare la protesi e l’intervento non avevamo idea di quale sarebbe stato il risultato finale. In letteratura – continua – non è stato documentato alcun lavoro simile al nostro. Nessuno prima di noi si era spinto oltre parziali ricostruzioni”.

In questo caso il coraggio dei medici e del giovane paziente ha pagato. Oggi Joan può finalmente avere una vita “normale”, senza rinunciare ai suoi piatti preferiti e senza dover sopportare atroci dolori mentre chiacchiera con gli altri.

Il paziente prima e dopo l’intervento

Un tumore al viso

Fino a pochi mesi fa, invece, il ragazzo di origini rumene, ma di adozione italiana ormai da tantissimi anni, conviveva con un “mostro” sulla faccia. Precisamente una displasia fibrosa. E’ considerato un tumore benigno, ma che di “benigno” ha davvero ben poco.

“Questa neoplasia – spiega Pesucci – è molto aggressiva, colpisce le ossa che con il passare del tempo vengono invase da tessuto fibroso”. Il percorso di Joan è stato lungo. “La prima volta che lo visitai era il 2015, quando ancora il tumore non aveva raggiunto dimensioni troppo debilitanti”, racconta Pesucci.

“Abbiamo iniziato a eseguire piccole resezioni, sperando di bloccare il processo di crescita della malattia. Ma – continua – così non è stato e allora abbiamo cominciato a pensare a soluzioni più complesse”. Da qui l’idea di tentare quello che nessuno prima d’ora aveva mai fatto: una sostituzione completa della mandibola con una protesi.

Ingegneri al lavoro

“Grazie al lavoro dei nostri ingegneri – riferisce Pesucci – è stato possibile progettare una ‘copia’ perfetta della mandibola del paziente in titanio. Un sofisticato software ci ha permesso di progettarla su misura del giovane paziente e con la stampante 3D siamo riusciti a ‘darle vita’”.

Ma non è finita qui. “Su questa protesi – spiega il chirurgo – abbiamo creato specifici alloggi dove abbiamo eseguito un trapianto d’osso prelevato dal perone dello stesso paziente”. La parte più difficile è stata quella di creare un sistema muscolare e articolare in modo da rendere quella protesi rigida perfettamente funzionante. “Abbiamo isolato i muscoli – spiega Pesucci – e abbiamo collegato le fibre muscolari con la protesi”. Una procedura certosina, ma che alla fine ha dato i suoi frutti.

L’intervento pienioristico

“Lo scorso 25 febbraio, insieme all’Unità di Chirurgia Plastica guidata da Nicola Felici, abbiamo eseguito l’intervento”, racconta Pesucci. “Il paziente è stato poi ricoverato – prosegue – in terapia intensiva dove sono trascorse le prime settimane più complicate”.

Molti i dubbi e le paure. Le stesse che si hanno prima di superare una qualsiasi nuova frontiera. “Non sapevamo cosa aspettarci esattamente”, ammette Pesucci. Ma poco meno di un mese dopo, nonostante l’enorme prudenza dei medici, è cominciato a essere chiaro che l’intervento ha avuto successo.

Un gran successo, oltre ogni più rosea aspettativa. A differenza dei suoi medici, Joan sembra non aver mai dubitato di quello che sarebbe stato il risultato finale. “Lui e i suoi genitori si sono affidati e fidati di noi da subito”, sottolinea Pesucci. E ora la famiglia Cuc è profondamente grata ai medici ed è felicissima della scelta coraggiosa fatta.

“La signora Cuc – racconta il chirurgo – viene a trovarmi un giorno sì e un giorno no, quando porta i pasti a suo figlio e continua sempre a ringraziarmi. E’ felice che l’incubo di suo figlio, che poi era anche il suo, sia finalmente finito”.

Tuttavia, il lavoro di “rinascita” di Juan non è ancora finito. Fra 4-5 mesi il giovane paziente verrà sottoposto a 4-5 impianti che gli consentiranno di avere anche denti completamente nuovi con cui gustare i prelibati piatti della sua mamma. Insomma, manca la ciliegina sulla torta.

Quanto durerà la sua nuova mandibola è difficile dirlo visto che non ci sono precedenti. “Forse 10 o 20 anni oppure tutta la vita, non lo sappiamo”, dice Pesucci che comunque ha già pensato a ogni evenienza, anche quella negativa.

“Per questo le due teste del condilo mandibolare che abbiamo progettato sono ‘svitabili’ e, nel caso di usura della protesi, possiamo facilmente sostituirla con una nuova”, dice il chirurgo. Un’eventualità remota, considerato che il titanio difficilmente si consuma.

Ora i medici e gli ingegneri coinvolti nell’impresa stanno mettendo nero su bianco il loro lavoro che presto verrà pubblicato su una rivista scientifica e che magari servirà a regalare una vita nuova a quanti hanno problemi simili a quello di Joan.

 

fonte: Republica

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