Asili nido in Italia: crescono i posti, ma ancora troppi bambini in lista d’attesa

L’Istat rivela dati preoccupanti sull’accesso ai servizi per l’infanzia, con disparità regionali e sfide sociali.

di Redazione

Nell’anno educativo 2021/2022, l’Italia ha visto un aumento dei posti disponibili per i bambini sotto i 3 anni nei servizi per l’infanzia, ma il 49,1% degli asili nido ha ancora bambini in lista d’attesa. Questi dati emergono dal rapporto dell’Istat, sottolineando le sfide persistenti nell’accesso ai servizi per la prima infanzia.

La carenza di posti è evidente nel 63% dei nidi pubblici e nel 40,7% di quelli privati, con una media nazionale del 49,1%. La disparità tra regioni è notevole, con il 54,9% di nidi nel Sud che registra la maggior carenza rispetto al 48,2% nel Nord e al 45,1% nel Centro.

Nel 2021/2022, sono attivi 13.518 nidi e servizi integrativi per la prima infanzia, con oltre 350.000 posti autorizzati, di cui il 48,8% pubblico. Tuttavia, solo il 33,4% dei bambini di 0-2 anni frequentava tali strutture, inferiore al 37,9% della media dell’UE.

La copertura dei posti è del 28% a livello nazionale, ma con notevoli differenze regionali. L’Umbria guida la classifica con il 43,7%, seguita dall’Emilia-Romagna con il 41,6%. Al contrario, la Sicilia e la Campania registrano rispettivamente il 13% e l’11,7%.

Dopo una diminuzione dei posti disponibili nel 2020/2021, si è verificato un parziale recupero nel 2021/2022, ma i dati indicano che l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei. Il Consiglio Europeo del 2002 raccomandava di garantire assistenza all’infanzia al 33% entro il 2010; il nuovo obiettivo europeo per il 2030 è del 45%.

Socialmente, i bambini che frequentano il nido provengono più spesso da famiglie con entrambi i genitori occupati, un livello di istruzione più elevato e un reddito più alto. Tuttavia, le famiglie monoreddito, con redditi tendenzialmente più bassi, trovano difficile l’accesso ai nidi pubblici e sono meno propense a sostenere quelli privati.

La sfida rimane: come garantire un accesso equo ai servizi per l’infanzia, riducendo le liste d’attesa e favorendo l’accessibilità per tutte le famiglie.

 

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