«L’Alfabeto di Dio» di Ravasi: un viaggio nelle parole di Gesù

Gianfranco Ravasi analizza 107 vocaboli biblici, offrendo un prezioso punto di vista sull’essenza della Parola Divina.

di Salvatore Stano

A volte, le polemiche intracristiane tra progressisti e conservatori oscurano il valore delle diverse prospettive. Nel suo libro “L’alfabeto di Dio”, Gianfranco Ravasi esplora 107 parole bibliche, rivelando un profondo significato dietro il linguaggio di Gesù.

L’esplorazione della parola “ekklesia,” ad esempio, evidenzia la convocazione dei cristiani attorno alla Parola di Dio e all’eucaristia. Ravasi riflette sul ritratto delle prime comunità cristiane, riconoscendo le tensioni e le crisi come segni dell’incarnazione.

Il libro del cardinale presenta 55 parole ebraiche e 52 greche, offrendo una connessione con la lingua di Gesù. Mentre affronta la questione delle lingue parlate da Gesù, Ravasi suggerisce che Gesù potrebbe aver usato il greco in contesti non ebraici, come nei suoi dialoghi con Pilato.

Ravasi sottolinea l’importanza del dialogo come strumento per la pace, contrastando l’equidistanza con la vicinanza a tutti. Il libro offre anche una prospettiva sulla lingua comune di Gesù, l’aramaico, sottolineando la sfida di identificarne esattamente il dialetto.

Attraverso il libro, Ravasi esamina il significato di parole come “ruah” (spirito) e “Satana,” evidenziando le sfumature tra ebraico e greco. L’autore chiarisce che Gesù, sebbene avesse una conoscenza del greco e dell’ebraico, parlava comunemente in aramaico, la lingua del popolo.

In conclusione, “L’alfabeto di Dio” offre una prospettiva affascinante sulla profondità delle parole di Gesù, invitando i lettori a esplorare l’essenza della fede attraverso il linguaggio biblico.

 

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